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Nonostante le promesse di riforma, i libri di testo scolastici dell’AP continuano a glorificare il terrore contro Israele

Una nuova analisi di IMPACT-SE mostra che i libri di testo dell’Autorità Palestinese (AP) continuano a propagare l’antisemitismo, la glorificazione della violenza e la delegittimazione di Israele nonostante le molteplici promesse di riforma.

L’organizzazione, che ha sede in Israele e nel Regno Unito, ha esaminato 290 libri di testo e 71 guide per insegnanti per i gradi da 1 a 12, in materie come arabo, storia, studi islamici, scienze, matematica, studi sociali e geografia.

I materiali scolastici continuano a diffondere un antisemitismo virulento, la glorificazione della jihad e della violenza e la delegittimazione di Israele, fin dalla scuola primaria. Non esiste un piano di riforma né è stato attuato un solo cambiamento. Un funzionario dell’AP ha confermato già nel 2024: “Non è stata cambiata una sola parola”.

E questo nonostante i massicci aiuti finanziari dell’UE e le ripetute promesse. Tra luglio e settembre 2024, l’UE ha versato oltre 400 milioni di euro all’Autorità palestinese, in virtù di una dichiarazione d’intenti firmata nel luglio 2024 che prometteva riforme educative e la rimozione di contenuti infiammatori. Il presidente dell’AP Mahmoud Abbas ha anche promesso alle Nazioni Unite, nel settembre 2025, di rivedere i programmi scolastici “entro due anni” in conformità con gli standard dell’UNESCO.

Glorificazione del terrore e della violenza

L’indottrinamento inizia nelle classi più giovani. In un libro di arabo del primo anno viene introdotta la parola shaheed (“martire”), che nel contesto palestinese è un termine politico per indicare le persone uccise nel conflitto con Israele. Una poesia di seconda elementare invita a portare “la fiamma della rivoluzione” ad Haifa, Jaffa e Gerusalemme. Numerose illustrazioni, tra cui un soldato armato nel libro di prima elementare, fanno un uso importante di motivi militari. Nelle classi superiori, gli atti di terrore vengono apertamente glorificati: gli alunni di quinta elementare imparano una storia eroica di dieci pagine su Dalal al-Mughrabi, che uccise 38 israeliani, tra cui 13 bambini, nel massacro del 1978 sulla strada costiera. L’attacco durante i Giochi Olimpici del 1972 a Monaco è considerato una forma legittima di “resistenza” nei libri di storia dell’undicesimo anno.

Gli ebrei vengono ritratti come manipolatori e ostili

Allo stesso tempo, ci sono stereotipi antisemiti e la rappresentazione generalizzata degli ebrei come manipolatori e ostili. In un libro dell’anno 12, gli ebrei sono caratterizzati come inaffidabili avversari dell’Islam sulla base di una narrazione religiosa, senza alcun contesto storico. Una vignetta in un libro di storia dell’11° anno mostra il globo terrestre stretto da un braccio statunitense e israeliano: un classico motivo da teoria della cospirazione sul controllo ebraico o sionista del mondo. I riferimenti alla storia ebraica, all’Olocausto e ai processi di pace israelo-palestinesi (Camp David, Annapolis) sono stati completamente eliminati dalle nuove edizioni.

Colpisce anche il tentativo sistematico di cancellare Israele dalle mappe. Diversi libri mostrano solo la “Palestina” tra il Mediterraneo e il Giordano; lo stato di Israele non esiste. Nell’anno 7, i riferimenti storici ebraici a Gerusalemme sono etichettati come “invenzione”. Israele compare solo in formulazioni come “entità sionista” o “occupante”.

Violenza anche in matematica e scienze

L’inserimento di motivi di violenza in argomenti in realtà apolitici è notevole. Le leggi di Newton vengono spiegate utilizzando una ragazza con una fionda. Un libro di matematica del terzo anno utilizza il numero di “martiri” della guerra di Gaza del 2014 per esercitarsi con l’aritmetica, mentre gli elementi dell’aria vengono spiegati utilizzando i gas lacrimogeni israeliani – con una foto di un giovane mascherato con una fionda.

La propaganda è ancora più chiara nelle Guide per gli insegnanti. Queste invitano esplicitamente gli insegnanti a presentare la resistenza armata come un’opzione politica legittima, a dichiarare il sionismo come “terrorismo moderno” o a rifiutare le risoluzioni dell’ONU se queste possono “limitare” le richieste palestinesi. Il diritto al ritorno viene presentato come indispensabile. Una guida per le scienze naturali chiede addirittura che le lezioni di biologia parlino degli “abitanti sfollati dall’occupazione sionista”: un intervento completamente estraneo alla materia, ma che si inserisce nella linea politica.

Fonti:

Times of Israel dal 19 novembre 2025

IMPACT-se: Revisione del curriculum scolastico 2025-2026 dell’Autorità Palestinese

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